Caso complesso endo-resto con una perdita di struttura dentale particolarmente critica

La paziente, una giovane donna di 32 anni si è presentata alla nostra osservazione per un “fastidio” durante l’atto masticatorio a livello della zona interdentale tra gli elementi 2.7 e 2.6.
Dall’esame clinico è apparsa da subito evidente l’importante infiltrazione cariosa al di sotto del precedente restauro in amalgama a carico della cresta mesiale dell’elemento 2.7 e di come il ristagno di cibo in questa
zona avrebbe sicuramente rappresentato una concausa al dolore percepito dalla paziente durante la masticazione.

E’ stato poi eseguito un esame radiografico che ci ha permesso di apprezzare in modo esaustivo quanto già “ipotizzato” clinicamente ovvero la presenza di una carie destruente nella porzione mesiale del 2.7 cui ha
fatto seguito ristagno di cibo e conseguentemente un’infiltrazione cariosa profonda anche a carico del margine apicale del box distale del 2.6.
Dallo stesso esame si evidenziano anche una cura endodontica incongrua con mancata preparazione e otturazione dei canali Mv e Dv, la presenza di una lesione periapicale ed un perno metallico “affogato”in un
enorme restauro in amalgama con mancata protezione delle cuspidi.
Dato il quadro clinico non particolarmente favorevole si sono poste tre opzioni terapeutiche percorribili, ossia:
1) Ritrattamento endodontico e allungamento di corona clinica
2) Ritrattamento endodontico e DME
3) Estrazione e posizionamento implantare
Prima di decidere quale strada imboccare è stato necessario valutare la restaurabilità dell’elemento 2.7

Una volta isolato sotto diga di gomma si è proceduto con la rimozione del perno metallico con l’ausilio della fresa komet H34L.314.012

Una volta isolato sotto diga di gomma si è proceduto con la rimozione del perno metallico anche con l’ausilio dell’inserto sonico SF68.000

Appena rimosso il perno si è stata eseguita la detersione cavitaria con la rosetta H1SEM.205.016 Komet.

Dopo la mordenzata con acido ortofosfotico al 37% è stato isolato il pavimento della camera pulpare con della guttaperca per proteggere l’accesso futuro ai canali radicolari durante la seduta dedicata al ritrattamento, è stata ripristinata la cresta marginale mesiale grazie all’ausilio dell’anello verde del sistema di matrici Garrison particolarmente adatto al trattamento di cavità così ampie.

A restauro ultimato prima del ritrattamento si valuta la guarigione dei tessuti in attesa del trattamento definitivo.

Si è poi proceduto con la seduta di ritrattamento andando a reperire la guttaperca precedentemente lasciata in camera per facilitare il rientro nello spazio endodontico, a questo punto con l’ausilio della fresa H269QGK.315.016 Komet si è completata la riapertura della camera pulpare.

Si è poi proceduto col sondaggio manuale cui una volta recuperata la corretta lunghezza di lavoro ha fatto seguito la strumentazione meccanica con movimento reciprocante e sistematica Procodile Q Komet.

Dopo la strumentazione meccanica si procede con l’attivazione degli irriganti e al termine con l’asciugatura dei canali.

Otturazione dei canali tramite sistema carrier based.

La prova dei carrier e l’otturazione dei canali radicolari.

Si è così proceduto ad una ricopertura cuspidale diretta guidata da indici in silicone.

Ed ecco i confronti ad un anno dall'intervento.
Un caso clinico di successo gentilmente raccontato dal Dr. Matteo Papaleoni.

