Endodonzia

Sagomatura dei Canali Radicolari: Tecniche e Protocolli con gli Strumenti FQ di Komet
Protocolli di sagomatura canalare con il sistema FQ di Komet: tecniche operative per canali larghi, normali e calcificati.

Sagomatura dei Canali Radicolari con gli Strumenti FQ di Komet: Tecniche a Confronto

La sagomatura dei canali radicolari è una fase essenziale per il successo della terapia endodontica, poiché permette una detersione efficace e una successiva otturazione tridimensionale del sistema canalare. Tuttavia, ogni caso presenta sfide differenti a seconda dell’anatomia del canale radicolare.

Il trattamento endodontico può essere suddiviso in tre fasi principali:

  1. Corretta preparazione della cavità d’accesso
  2. Shaping e Cleaning del sistema canalare
  3. Otturazione

In questo articolo, esploreremo varie tecniche di sagomatura utilizzando la serie di strumenti FQ, progettati per un’efficace preparazione canalare con un’elevata sicurezza operativa; analizzeremo tre scenari e il protocollo più efficace per ognuno.

Le caratteristiche del sistema FQ associate alla possibilità di differenti conicità ci permette di avere una buona versatilità nel gestire tutti i tipi di situazione. Inoltre possiamo disporre di varie tecniche di Otturazioni canalari (Bioceramico/Carrier Based/ condensazione calda) che ci offrono una vasta gamma di scelte.

Canali larghi

Canali larghi

Canali normali

Canali normali

Canali stretti

Canali stretti

Approfondisci il sistema FQ

Tutte le informazioni tecniche, i protocolli step-by-step e i vantaggi clinici degli strumenti FQ di Komet.

Canali larghi

Questi tipi di canali presentano delle caratteristiche ben precise come una maggiore facilità d’accesso alla camera pulpare e un basso rischio di frattura degli strumenti durante le fasi di sagomatura, ma comportano una maggiore difficoltà nella rimozione completa di tessuto infetto.

Vediamo di seguito un esempio di questo tipo di situazione.

Fig. 1: elemento 1.2 con necrosi pulpare e parodontite apicale asintomatica.

Canali larghi

Prima di iniziare la sagomatura, è fondamentale eseguire un corretto accesso alla camera pulpare. Questo passaggio permette una migliore gestione del trattamento, evitando errori nella localizzazione dei canali.

Protocollo Operativo

Step 1: Scouting. Una delle fasi più importanti del trattamento endodontico. Con uno strumento manuale k-file 10 si sonda la pervietà del canale e si rileva la prima lunghezza di lavoro con un rilevatore apicale.

Step 2: Glide Path: utilizzando lo strumento FQ Glider andremo a creare il sentiero di scorrimento funzionale e ripetibile in modo sicuro e più rapido rispetto alle tecniche manuali. Questa fase consente una transizione efficace e ottimale ai file Shaping.

Step 3: Shaping. Essendo un canale ampio in tutta la sua lunghezza, si predilige utilizzare gli strumenti FQ file 020 e 025 con conicità O6.

Una continua irrigazione del sistema canalare con Ipoclorito di Sodio al 5% è necessaria per tutta la durata del nostro trattamento.

Ricalcoliamo una seconda lunghezza di lavoro per confermare o modificare la misura precedentemente rilevata.

Step 4: Finishing. Andremo a identificare con Lime manuali quale sia il reale diametro apicale (0.30, 0.35, 0.40 ecc) e sceglieremo lo strumento meccanico dedicato che, grazie alla conicità 04 degli strumenti FQ, ci permetterà di lavorare solo a livello del terzo apicale e stampare il diametro deciso precedentemente.

In questo caso, il dente presentava un diametro apicale di 0.45 e ho quindi utilizzato uno strumento meccanico FQ Finishing 0.45 con conicità 04. Si esegue successivamente la prova del cono con punte di guttaperca dedicate.

Step 5: Irrigazione e Otturazione. Irrigazione finale abbondante con Ipoclorito di Sodio al 5% ed EDTA al 10%, meglio se attivati meccanicamente. Terminiamo con un’otturazione con tecnica single cone e cemento bioceramico per il sigillo tridimensionale.

Protocollo Operativo

Canali normali con o senza lesione apicale

Questo tipo di canali dovrebbero presentare un’anatomia regolare  e prevedibile senza calcificazioni importanti o curvature estreme. Presentano un accesso relativamente agevole con conicità e diametri apicali non eccessivi.

Vediamo un esempio di un caso con queste caratteristiche, un 2.6 con con necrosi pulpare e parodontite apicale (fig.4)

Canali normali con o senza lesione apicale

Protocollo Operativo

Step 1: Scouting. Con uno strumento manuale k-file 10 si sonda la pervietà del canale e si rileva la prima lunghezza di lavoro con un rilevatore apicale.

Step 2: Glide Path: utilizzando lo strumento FQ Glider andremo a creare il sentiero di scorrimento sicuro per gli strumenti di shaping in tutti i canali

Step 3: Shaping. Si predilige utilizzare uno strumento FQ file 020 con conicità O6 che possa sagomarci correttamente il terzo coronale e terzo medio andando a rimuovere le possibili interferenze. Il secondo strumento sarà un FQ file 25 con conicità 04 che andrà a lavorare solo nella zona del terzo apicale riducendo la possibilità di fratture dello strumento.

Una continua irrigazione del sistema canalare con Ipoclorito di Sodio al 5% è necessaria per tutta la durata del nostro trattamento.

Ricalcoliamo una seconda lunghezza di lavoro per confermare o modificare la misura precedentemente rilevata.

Step 4: Finishing. Andremo a identificare con Lime manuali quale sia il reale diametro apicale e sceglieremo lo strumento meccanico dedicato che, grazie alla conicità 04 degli strumenti FQ, ci permetterà di lavorare solo a livello del terzo apicale e stampare il diametro deciso precedentemente.

In questo caso, il dente presentava un diametro apicale di 0.30 per tutti e tre i canali (il quarto canale era confluente con il Mesio-Vestibolare) e ho quindi utilizzato uno strumento meccanico FQ Finishing 0.30 con conicità 04. Si esegue successivamente la prova del cono con punte di guttaperca dedicate.

Step 5: Irrigazione e Otturazione. Irrigazione finale abbondante con Ipoclorito di Sodio al 5% ed EDTA al 10%, meglio se attivati meccanicamente. Terminiamo con un’otturazione con tecnica single cone e cemento bioceramico per il sigillo tridimensionale.

Protocollo Operativo

Canali stretti e calcificati

Questo tipo di canali presentano le difficoltà maggiori a cominciare dall’accesso cavitario e dal reperire l’orifizio canalare poiché molto spesso la camera pulpare presenterà calcificazioni più o meno rilevanti. Sarà necessario procedere delicatamente utilizzando frese ultrasoniche dedicate o frese a rosetta a gambo lungo come le Endo Tracer di Komet.

Un altro problema riguarda la sagomatura, con un maggiore rischio di blocco dello strumento o addirittura la sua frattura. Una soluzione la troveremo nell’eseguire un corretto Glide Path estremamente controllato e una progressione con strumenti di piccolo diametro e conicità.

Vediamo un esempio di un caso con queste caratteristihe, un 4.6 con con necrosi pulpare  (fig.6)

Canali stretti e calcificati

Protocollo Operativo

Step 1: Scouting. Con uno strumento manuale k-file 06-08 si sonda la pervietà del canale e l’avanzamento progressivo fino a un k-file 10. Si rileva la prima lunghezza di lavoro con un rilevatore apicale.

Step 2: Glide Path: utilizzando lo strumento FQ Glider in modo estremamente controllato con progressione lenta andremo a creare il sentiero di scorrimento sicuro per gli strumenti di shaping in tutti i canali

Step 3: Shaping. Essendo un canale stretto in tutta la sua lunghezza, si predilige utilizzare gli strumenti FQ file 020 e 025 con conicità O4.

Una continua irrigazione del sistema canalare con Ipoclorito di Sodio al 5% è necessaria per tutta la durata del nostro trattamento.

Ricalcoliamo una seconda lunghezza di lavoro per confermare o modificare la misura precedentemente rilevata.

Step 4: Finishing. Essendo canali calcificati difficilmente il diametro apicale sarà superiore a un 0.30.

In questo caso, il dente presentava un diametro apicale di 0.25 per tutti e tre i canali (Mesio-Linguale, Mesio-Vestibolare e Distale) e non è stato necessario eseguire un Finishing meccanico.

Step 5: Irrigazione e Otturazione. Irrigazione finale abbondante con Ipoclorito di Sodio al 5% ed EDTA al 10%, meglio se attivati meccanicamente. Terminiamo con un’otturazione con tecnica single cone con coni di guttaperca dedicati di diametro 0.25 e cemento bioceramico per il sigillo tridimensionale.

Protocollo Operativo